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DERMATOLOGIA

Il Medico: Dott. Mirko Serio
Prestazioni erogabili
• Visita Specialistica
• Asportazione Neo
• Mappatura dei Nei in Epiluminescenza
 

Il Medico visita per appuntamento ed è presente nei nostri studi il: Mercoledì dalle 15.00 alle 18.30 

 

La consegna del referto avviene il giorno dell’esame per gli esami istologici dopo 15 gg dalla vista. dermatologiaLa dermatologia (dal greco derma, pelle) è la branca della medicina che si occupa della pelle e dei tessuti connessi (peli e capelli, unghie, ghiandole sudorifere ecc.). Un medico specializzato in dermatologia è un dermatologo. La dermosifilopatia studia invece le malattie cutanee associate a malattie sessualmente trasmissibili. I dermatologi sono medici specializzati nella diagnosi e trattamento di malattie e tumori della pelle e dei suoi annessi. Il primo trattato di dermatologia, De morbis cutaneis, è attribuito al medico forlivese Girolamo Mercuriali. La pelle costituisce l’organo più esteso del corpo e ovviamente il più visibile. Sebbene alcune malattie dermatologiche riguardino esclusivamente la pelle, molte altre sono la manifestazione di un disturbo sistemico, ovvero che interessa diversi tessuti o organi del corpo. Di conseguenza la formazione del dermatologo deve comprendere reumatologia (molti disturbi reumatici possono manifestarsi con segni e sintomi a livello della cute), immunologia, neurologia (es. le “sindromi neurocutanee”, come la neurofibromatosi e la sclerosi tuberosa), infettivologia ed endocrinologia. Lo studio della genetica sta assumendo progressivamente maggior rilevanza. È stato accertato anche il riscontro di correlazioni tra patologie della pelle (acne, alopecia, psoriasi, dermatiti, ecc.) con aspetti emotivi e/o da condizioni di stress (Psicodermatologia). Storicamente la venereologia, che si occupa di diagnosticare e trattare le malattie sessualmente trasmissibili, è nata e si è affinata come branca della dermatologia. La dermatologia comprende molti aspetti sia medici che chirurgici; ad esempio la terapia chirurgica dei tumori cutanei (compresa la chirurgia micrografica di Mohs), la chirurgia laser, la terapia fotodinamica, i trattamenti estetici basati sull’impiego di tossina botulinica e sui riempitivi a base di acido jaluronico (filler), la scleroterapia e la liposuzione, i peeling chimici. Tra i dermatologi, ve ne sono alcuni particolarmente esperti in alcuni specifici aspetti della branca specialistica: Il dermopatologo è un dermatologo esperto nella lettura ed interpretazione dei preparati istologici. Il dermatologo pediatrico è esperto nella diagnosi e nella cura delle malattie dermatologiche dei bambini. L’immunodermatologo è esperto nella diagnosi e nella cura delle malattie della pelle ad eziopatogenesi immunopatologica, come ad esempio le malattie bollose (pemfigo), il lupus eritematoso etc. Anche l’angiologia e la flebologia fanno parte del bagaglio culturale del dermatologo. Chirurgia dermatologica Un altro ramo della dermatologia è la chirurgia dermatologica, fatta da un medico competente. I chirurghi dermatologi sono dottori che esercitano il loro lavoro in tutti i centri specializzati in dermatologia. Negli Stati Uniti dopo l’assistenza certificata di alcuni istituti (come l’American Board of Dermatology), possono applicare la loro assistenza anche su alcuni siti internet.

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Neo

Il nevo (in lingua latina naevus, nel linguaggio popolare neo) indica un tumore benigno dell’epidermide, che si presenta come una macchia persistente sulla cute, e in senso lato qualsiasi alterazione cromatica o morfologica, localizzata e persistente, presente sulla superficie cutanea.

Esistono diversi tipi di nevi:

  • melanocitici: i classici nei. All’interno di questa categoria rientrano tantissimi tipi di nevi, tra i più comuni le lentiggini, i nevi piani e quelli atipici. Inoltre si distinguono nevi congeniti, già presenti alla nascita e con dimensioni molto variabili da pochi millimetri fino a ricoprire vaste aree cutanee, e nevi acquisiti, ovvero tutti quelli che compaiono nel corso della vita.
  • vascolari: comprendono gli angiomi ed emangiomi, si presentano generalmente come macchie, papule o placche rilevate di colore rosso o violaceo dovuto alla presenza di sangue nelle proliferazioni vasali che li costituiscono.
  • dermici: sono lesioni cutanee complesse di tipo malformativo, che originano da cellule embrionali dell’ectoderma. Ne fanno parte i nevi sebacei, i nevi verrucosi, i nevi follicolari.

Nonostante questi ultimi due tipi siano i nevi dall’aspetto più strano e che più ci preoccupa, in realtà sono assolutamente tranquilli, possono solo dare eventuali problematiche dal punto di vista estetico. I nevi melanocitici, invece, possono avere evoluzione maligna in melanoma, tumore maligno della cute.

Va ricordato inoltre che i nevi sono solitamente del tutto asintomatici e cioè, in condizioni normali, non danno alcun segno della loro presenza. Tuttavia, i nevi peduncolati e/o rilevati possono essere oggetto di traumatismo ripetuto e possono produrre sanguinamento, prurito, edema, eritema croste ed ulcerazioni. Altro mito da sfatare riguarda i nevi presenti in sede di traumatismi ripetuti, esempio mani o pianta dei piedi: non è assolutamente necassaria l’asportazione, la probabilità di trasformazione maligna è pari a quella delle altri sedi.

 

Per l’individuazione di possibili melanomi, viene consigliato di utilizzare la cosiddetta regola ABCDE (non necessariamente tutte presenti):

  • Asimmetria: i melanomi sono di solito asimmetrici, con metà della macchia cutanea più grande dell’altra, è difficile dividerli in metà, hanno propaggini ramificate da un solo lato.
  • Bordi: i bordi del melanoma sono irregolari a carta geografica, al contrario di quelli dei nevi.
  • Colore: spesso il melanoma è policromo ovvero presenta colori diversi come nero, bruno, rosso e rosa.
  • Dimensione: una lesione cutanea sospetta, di diametro superiore ai 6 millimetri deve essere verificata da uno specialista.
  • Evoluzione: la lesione cutanea tende a modificare la propria forma, colore e superficie è da ritenersi sospetta e da verificare, così come se aumenta notevolmente di dimensioni in un tempo breve.

Il rischio di sviluppare melanoma è maggiore nei soggetti di pelle chiara; i raggi ultravioletti contribuiscono allo sviluppo del tumore, benché possa insorgere in qualunque distretto corporeo anche non irraggiato. Esiste anche una quota di melanomi familiari. Altri fattori di rischio sono l’immunosoppressione, l’uso di lampade a UV, la presenza di molteplici precedenti lesioni cutanee.

È fondamentale la prevenzione: quindi fotoprotezione ogni qualvolta ci si esponga al sole e sottoporsi ad accurati esami della cute, non solo da parte del dermatologo ma anche porre noi stessi attenzione ai nostri nevi e alle loro modificazioni.

 

Dermatoscopia

La dermatoscopia, dermoscopia o epiluminescenza, è una tecnica non invasiva rivolta alla diagnosi precoce del melanoma basata su uno strumento ottico chiamato dermatoscopio che permette di osservare patterns sub-cutanei non visibili ad occhio nudo favorendone il riconoscimento.

Il dermatoscopio ottico è un piccolo strumento manuale basato su una lente, in grado di fornire ingrandimenti prevalentemente compresi tra le 10 e le 20 volte, appositamente illuminata con luce incidente. È oggi dimostrato come la dermatoscopia incrementi la sensibilità diagnostica per il melanoma rispetto alla semplice visione ad occhio nudo del 20-30% permettendo diagnosi sempre più precoci.

Le esperienze di quest’ultimo decennio hanno consentito di estendere l’applicazione di questa tecnica diagnostica anche alle lesioni della cute non pigmentate. La dermatoscopia risulta oggi particolarmente efficace nel riconoscimanto dei tumori cutanei non melanocitari quali il carcinoma basocellulare e la malattia di Bowen e di altre neoformazioni cutanee quali le cheratosi seborroiche, le cheratosi attiniche, il dermatofibroma, l’acantoma a cellule chiare. Una ulteriore indicazione di tale metodica è la ricerca dell’acaro della scabbia.

 

La tecnica

La tecnica è basata sull’interposizione tra una lente e la cute di alcune gocce di acqua, olio o gel ecografico; in questo modo la cute diventa traslucida permettendo al dermatologo di osservare fino alla giunzione dermo-epidermica numerose caratteristiche peculiari per la diagnosi precoce del melanoma non visibili ad occhio nudo. Attualmente la dermatoscopia visiva, attuata prevalentemente attraverso il dermatoscopio ottico, è riconosciuta essere una delle migliori tecniche non invasive sia per la sua economicità che per la sua praticità di utilizzo. Esiste ad oggi una vastissima semiologia volta allo studio dei patterns delle lesioni pigmentate piane orientata alla loro differenziazione diagnostica.

La dermatoscopia digitale consiste nell’acquisizione delle immagini su piattaforme informatiche che consentono a seconda dei software installati una serie di operazioni volte all’archiviazione, allo studio morfologico, a valutazioni comparative (follow-up) e a teleconsulti.

 

La diagnosi

La diagnosi differenziale del melanoma in dermatoscopia è basata prevalentemente sull’analisi di caratteristiche visive ben definite della lesione, unitamente all’anamnesi del paziente ed alle caratteristiche di evoluzione. Esiste una vasta semiologia tramite la quale il dermatologo esperto è in grado di effettuare diagnosi visive molto accurate. Negli ultimi anni, oltre alla tecnica tradizionale, si sono sviluppati alcuni metodi chiamati algoritmi soggettivi, quali il Seven-Point Checklist o la regola dell’ABCD, basati su serie di interpretazioni di caratteristiche dermatoscopiche. La variabilità e la difficile standardizzazione di questi algoritmi ha rivelato, tramite risultati riportati su riviste internazionali, una bassa accuratezza diagnostica rispetto alla tecnica diagnostica tradizionale.

La difficile applicabilità nella pratica quotidiana degli algoritmi soggettivi è dovuta prevalentemente anche alla lentezza della loro interpretazione soggettiva rispetto al sistema tradizionale basato sulla cosiddetta analisi di patterns che rimane invece validissimo nella diagnosi differenziale: tramite di esso il dermatologo analizza un vasto numero di caratteristiche morfo-cromatiche molto velocemente basandosi sull’esperienza personale. Negli ultimi anni vi sono stati numerosi studi volti all’analisi oggettiva computerizzata delle immagini digitali acquisite in dermatoscopia. L’utilizzo di metodiche computerizzate ha creato talvolta confusione facendo scambiare approcci quantitativi, doverosi nel nostro secolo, per approcci di diagnosi automatica del melanoma.

La nuova strada intrapresa da gruppi di ricerca prevedeva infatti la definizione di nuove variabili riproducibili e non ambigue. Chiaramente la significatività diagnostica di nuove variabili numeriche e non ambigue può rappresentare un valido ausilio al dermatologo ma solo nel caso in cui vi sia stata una validazione scientifica. Nel 1999, dopo anni di sperimentazioni, alcuni autori dell’Università di Siena, hanno definito per primi una nuova semiologia basata sull’analisi oggettiva computerizzata di nevi atipici e melanomi precoci. Studi successivi hanno dimostrato sia da parte dello stesso gruppo che di altri gruppi di ricerca come tale approccio numerico possa essere di valido ausilio per il dermatologo.

 

L’analisi morfocromatica oggettiva

L’analisi morfocromatica computerizzata costituisce un miglioramento perché tramite di essa è possibile definire in modo non ambiguo e non più soggettivo le caratteristiche peculiari del melanoma. L’analisi oggettiva, definita nelle maggiori riviste internazionali di ricerca scientifica, è basata prevalentemente sull’analisi cromatica e della distribuzione di pigmento internamente alla lesione. La valutazione finale da parte del dermatologo basata sia sull’osservazione che sull’interpretazione strumentale si è fino ad oggi dimostrata scientificamente più accurata di altre metodiche analoghe nella diagnosi precoce del melanoma. È stato recentemente messo a punto un sofisticato metodo predittivo basato sull’analisi di sequenze di immagini di lesioni pigmentate in modo da fornire quadri diagnostici dettagliati in base alla cosiddetta mappatura dei nevi. Un sistema computerizzato è in grado di verificare oggettivamente le variazioni nel tempo di lesioni sottoposte a controllo e fornire una probabilità di rischio basata su campioni precedentemente archiviati.

 

Il futuro

Nei primi anni di studio del melanoma tramite l’analisi dermatoscopica computerizzata molti ricercatori hanno definito variabili non ambigue e misurazioni numeriche affidabili verificandone l’efficacia tramite sistemi di correlazione e classificazione. Il futuro della dermatoscopia è sicuramente orientato all’analisi computerizzata ed anche alla diagnosi assistita spinta maggiormente dagli scarsi risultati ottenuti tramite regole soggettive. Numerosi autori in tutto il Mondo stanno attualmente sviluppando metodiche numeriche validando i risultati su riviste internazionali tramite studi multicentrici.

Gli strumenti digitali in grado di fornire un ausilio diagnostico si rivelano di reale utilità quando risultano garantite accuratezze pari o superiori al 90%. Il dermatologo esperto con la semplice osservazione in dermatoscopia tradizionale, infatti, è in grado di raggiungere accuratezze molto elevate e quindi strumenti digitali non appropriati risulterebbero utili per l’archiviazione e per il confronto nel tempo ma non per l’ausilio diagnostico. La possibilità di confrontare non solo visivamente ma soprattutto numericamente alcune caratteristiche delle lesioni archiviate permette ad alcuni strumenti avanzati di effettuare valutazioni dell’evoluzione delle lesioni aprendo una nuova strada nel follow-up delle lesioni e nella gestione total-body per la mappatura dei nevi. La continua evoluzione dell’imaging digitale ha permesso recentemente di abbandonare le costose ed obsolete strumentazioni video per passare all’utilizzo delle nuove macchine fotografiche o telecamere digitali foriere di maggiore qualità cromatica e spaziale.

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